Quanto ne sanno gli italiani di innovazione digitale?
Il Coronavirus ha impresso una spinta decisiva alla trasformazione digitale del Paese. Non solo aziende. Anche scuole e cittadini sono stati investiti dall’onda del cambiamento e hanno dovuto fare i conti con la tecnologia.
In alcuni ambiti, più che in altri, la tecnologia occupa un ruolo già rilevante. In ambito biomedico, ad esempio, la realtà virtuale è indicata sempre più come un valido supporto alle operazioni ospedaliere.
Ma quanto gli italiani conoscono la realtà virtuale e aumentata?
Se da un lato i termini Realtà Virtuale e Aumentata sono sempre più familiari, la conoscenza diretta di queste tecnologie sembra ancora nebulosa. Alla fine del 2019, il report “Retail Transformation 2.0”, promosso dal Digital Transformation Institute, CFMT e SWG, ha evidenziato un atteggiamento positivo da parte degli italiani nei confronti delle tecnologie digitali.
Come gli italiani percepiscono l’avanzata delle tecnologie digitali?
- Fiducia
- Sorpresa
- Passione
- Gioia
Sono questi i termini che caratterizzano la relazione tra italiani e tecnologia digitale. Tutte le voci, infatti, registrano un incremento nei confronti dell’anno precedente: fiducia (+11%), sorpresa e passione (+9%), gioia (+5%). Performance positiva, quindi, a cui fa fronte un ricorso molto ridotti di termini riconducibili alla sfera della paura. Ansia e tristezza, ad esempio, perdono terreno e registrano rispettivamente un -5% e un -4%. Il progresso tecnologico infonde fiducia: il dato passa dal 68 al 90%, con un +12% di intervistati che dichiara che il progresso tecnologico ha portato conseguenze «decisamente positive» e «più positive che negative». A esprimere una maggiore fiducia nei confronti degli sviluppi della tecnologia sono soprattutto i millennials (6% rispetto al 2018) e i soggetti con competenze digitali avanzate (+9%).
Le opportunità per le aziende.
Tra gli aspetti più innovativi dello sviluppo tecnologico ci sono, senza dubbio, le tecnologie legate allo sviluppo della X-Reality. Realtà aumentata e realtà virtuale, infatti, sono le nuove leve competitive delle aziende. Diverse le applicazioni, gli scopi e le tipologie di aziende – sempre più numerose – che le stanno adottando. Dalla formazione alla capacità di sviluppo delle soft skills, fino alla realizzazione di ambienti virtuali per la gestione della catena di montaggio o la manutenzione degli impianti produttivi. L’adozione di queste tecnologie da parte, non solo di grandi industria, ma anche anche delle PMI è fortemente incentivata anche da parte governativa.
Transizione 4.0 è il piano dedicato alle aziende che prevede importanti sgravi e contributi per chi scegliere di implementare il digitale e tecnologie innovative nella propria attività.
Ma come si fa un piano di innovazione?
Alla base delle misure di agevolazione fiscale rivolte alle PMI deve esserci un piano di innovazione. Fondamentale è individuare le azioni che possono portare a un concreto miglioramento dei processi lavorativi attraverso l’uso di tecnologie e soluzioni smart.
Con un consulenza dedicata, noi di Mare Engineering, offriamo alle imprese la possibilità di progettare un piano di innovazione su misura e un supporto completo durante la fase di attuazione.
Scenari post-covid
In questo scenario, è innegabile che il Covid-19 abbia posto sfide nuove, che si sono tradotte in una maggiore attenzione da parte delle aziende verso gli strumenti della trasformazione digitale. Cresce, quindi, la consapevolezza da parte delle imprese, ma gli italiani quanto conoscono le applicazioni di realtà virtuale e realtà aumentata al business?
Realtà aumentata e realtà virtuale, quanto ne sanno gli italiani?
75 italiani su 100 dicono di conoscere Realtà Aumentata e Virtuale, secondo il report Retail Transformation 2.0. Solo il 5%, però, si dichiara un utente regolare, mentre al 37% “è capitato di provare” queste esperienze. Un 57% di persone afferma di non aver mai provato e un 31% di intervistati si dice completamente disinteressato. Proprio come per gli strumenti della digital transformation, anche in questo caso a caratterizzarsi per una conoscenza migliore di AR e AV sono i giovani tra i 18 e i 24 anni (87%), con grado di istruzione elevata (87%). Inoltre, presentano nel 77% dei casi reddito medio e nell’87% dei casi competenze digitali avanzate. Elevata anche la quota degli utenti con una elevata autostima digitale (81%). Quali i termini più ricorrenti? Percezione, simulazione e percezione sensoriale.